Razionale

Le infezioni virali epatiche rappresentano un importante tema di sanità pubblica. Negli ultimi anni, grazie alle epocali conquiste della ricerca, l’epatite C è divenuta una patologia completamente curabile, tanto da spingere l’OMS a definire una linea strategica mirata alla sua eliminazione. In questo documento, oltre a definire i target da raggiungere entro il 2030 in termini di trattamento e cura dei pazienti affetti da HCV, ha stabilito target per l’individuazione delle infezioni sommerse, incoraggiando i paesi a mettere in atto azioni efficaci per promuovere lo screening. Nonostante nel nostro Paese siano stati raggiunti importantissimi risultati nella lotta contro l’epatite C, con circa 250mila trattamenti avviati restano ancora importanti temi che meritano di essere approfonditi, nonchè importantissime azioni da attuare e implementare

In particolare, il tema dello screening è di primaria e fondamentale importanza, non solo per perseguire gli obiettivi OMS, ma anche e soprattutto per soltanto individuando i soggetti affetti da epatite C ma ignari di esserlo è possibile davvero proseguire nel cammino verso l’eliminazione della patologia.

In Italia, un passo importantissimo in questa direzione è stato l’istituzione (ai sensi dell’articolo 25 sexies, comma 2, del decreto legge 30 dicembre 2019, n.162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8, e successive proroghe del termine con Decreto del Ministro della salute, 14 maggio 2021 e, successivamente dell’ottobre 2022) di un fondo dedicato per lo screening nella popolazione generale, tra i nati dal 1969-89, tra TD e detenuti.

Tuttavia, a causa principalmente della pandemia da Covid-19 che ha investito in maniera particolarmente forte il nostro paese, le attività previste hanno subito forti ritardi, tanto che alle porte della scadenza del fondo poche le regioni ad aver pianificato le attività, ancor meno quelle ad averle avviate. Da qui la richiesta e decisione di prorogare la scadenza al 31/12/2023, accompagnata dalla raccomandazione di dare seguito a quanto previsto nel Decreto nei tempi più brevi possibili e con tutte le azioni necessarie a perseguire l’obiettivo prefissato dal Ministero.

Va constatato, però, che al luglio 2023, sono ancora diverse le Regioni a non aver chiaramente delineato le azioni da realizzare, altre ad averle solamente in parte avviate, così come molto differenti le strategie utilizzate, a partire dal coinvolgimento della popolazione interessata, alle modalità di testing e tanto altro.